Singhiella simplex (Singh, 1931) (mosca bianca del fico; in inglese ficus whitefly) è un Aleurodide che attacca specie afferenti al genere Ficus.
Singhiella simplex è una specie originaria dell’Asia (India, Myanmar e China). Attualmente risulta presente anche negli Stati Uniti, in America centro-meridionale e in diversi Paesi del Mediterraneo.
In Italia questo insetto è stato segnalato per la prima volta nel 2019 in Calabria e in Sicilia; dal 2020 è presente anche in Sardegna. In Lombardia, il Servizio Fitosanitario Regionale lo ha ritrovato per la prima volta nel mese di febbraio 2024 in una serra tropicale e all’interno di una casa privata, rispettivamente a Vertemate con Minoprio (CO) e a Monza (Zugno et al., 2024 – EPPO Bulletin https://doi.org/10.1111/epp.13015).
Per maggiori informazioni sulla diffusione di Singhiella simplex visualizza la mappa dell’EPPO.
Gli adulti di Singhiella simplex hanno l’aspetto di piccole mosche chiare, di dimensioni comprese tra 1,3 e 1,6 mm circa. Presentano un corpo giallo ed ali bianche attraversate trasversalmente da una tenue banda grigio-marrone.
A differenza di altre specie di mosche bianche, S. simplex può colonizzare e deporre le uova, di colore giallo-marrone chiaro e reniformi, su entrambe le pagine fogliari delle piante colpite. Le forme giovanili possono essere osservate su entrambe le pagine fogliari e hanno una colorazione che va dal semitrasparente al verde chiaro-giallo pallido; a maturità possono raggiungere le dimensioni medie di circa 1,3 mm e presentano un paio di occhi rossi.
Singhiella simplex è in grado di attaccare diverse specie del genere Ficus. Tra le più colpite si segnalano F. microcarpa e F. benjamina. Ad oggi non ci sono segnalazioni a carico del fico comune (Ficus carica), che non sembra essere suscettibile alle infestazioni di questo insetto. Nell’areale di introduzione S. simplex è stato riportato principalmente su piante in ambiente urbano, in viali alberati, parchi e giardini. Particolarmente gravi sono i danni a carico dei Ficus ornamentali, coltivati in tutta Europa perlopiù al chiuso al nord, all’aperto al sud e in tutto il bacino del Mediterraneo.
I danni diretti, come l’ingiallimento e la successiva caduta anticipata delle foglie, sono causati in particolare dall’attività trofica degli adulti e delle forme giovanili che, mediante gli stiletti boccali, pungono i tessuti vegetali e succhiano la linfa, provocando il deperimento generale della pianta. Nel caso di intense infestazioni, le giovani piante colpite possono subire un totale arresto dell’accrescimento.
Sono in corso indagini volte all’individuazione di potenziali nemici naturali, come funghi entomopatogeni o insetti afferenti al genere Encarsia in grado di limitare efficacemente le popolazioni dell’insetto (EPPO, 2018 - https://gd.eppo.int/taxon/SINLSI/documents). Nel caso della prima segnalazione lombarda di S. simplex (Zugno et al., 2024), molti stadi larvali dell’insetto sono stati trovati associati con il parassitoide Encarsia hispida, prima volta per quanto riguarda l’areale europeo.
Come nel caso di altre specie di mosche bianche, anche gli adulti di S. simplex possono volare soltanto su brevi distanze. Pertanto, le principali vie di diffusione di questo insetto sono il trasporto ed il commercio di piante di Ficus infestate.
Singhiella simplex non è un organismo nocivo regolamentato. Il Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia svolge attività di sorveglianza generale, raccogliendo le segnalazioni di piante infestate e fornendo informazioni sull’insetto.
Non esiste attualmente una normativa specifica riguardante S. simplex.