La maculatura bruna del pero rappresenta attualmente una delle problematiche fitopatologiche più preoccupanti per questa coltura. La malattia ha come agente eziologico Stemphylium vesicarium (Wallr.) E.G. Simmons [teleomorfo Pleospora allii (Rabenh.) Ces. & De Not.]. Tra le cultivar più suscettibili si annoverano Abate Fétel, Conference, Passa Crassana, Decana del Comizio, General Leclerc e Kaiser.
La maculatura bruna interessa tutti gli organi verdi della pianta. I primi sintomi a carico delle foglie possono comparire già nel mese di aprile sotto forma di piccole macchie necrotiche (1-3 mm di diametro) di forma inizialmente circolare che si allargano progressivamente. Talvolta, già in prossimità della raccolta, è possibile osservare estesi disseccamenti. I primi sintomi della malattia a carico dei frutti compaiono invece nel mese di maggio e si protraggono fino alla raccolta. Questi si manifestano per lo più nella zona calicina, sotto forma di piccole aree necrotiche circolari (1-2 mm di diametro), dalla caratteristica colorazione bruno-scura, spesso circondate da un alone rossastro. Con il progredire delle infezioni, anche la polpa va incontro a marciume. Nei mesi invernali il fungo sopravvive nei residui vegetali infetti caduti a terra (foglie e frutti), ma è stata dimostrata anche la sua capacità di sopravvivere da saprofita a livello del cotico erboso.
Negli ultimi anni si è assistito ad una graduale recrudescenza della maculatura bruna su tutto il territorio nazionale. Dopo un 2019 caratterizzato da ingenti danni provocati dalle massicce infestazioni da Halyomorpha halys, il 2020 si è contraddistinto per un andamento climatico avverso a causa delle piogge frequenti e degli elevati livelli di umidità, che hanno favorito le infezioni da S. vesicarium determinando perdite molto rilevanti in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto (Bilanci Fitosanitari 2019-2021). Anche nel 2021, la produzione si è attestata notevolmente al di sotto della potenzialità produttiva del paese.
Lo studio di strategie di difesa efficaci è fondamentale per poter garantire in futuro una produzione adeguata a sostenere un comparto frutticolo ormai da troppi anni fortemente penalizzato.
Fino ad oggi, la lotta contro la maculatura bruna del pero è stata attuata prevalentemente mediante l’applicazione di trattamenti chimici al fine di garantire una protezione continuativa del frutteto, associata ad interventi di gestione agronomica volti da un lato a migliorare lo stato vegetativo delle piante e dall’altro a ridurre la pressione di inoculo del patogeno. Tuttavia, i risultati di questi programmi di difesa non sono sempre stati soddisfacenti anche per via della comparsa di fenomeni di resistenza del patogeno.
Alla luce di quanto sopra descritto e della crescente riduzione dei prodotti fitosanitari disponibili sul mercato, negli ultimi anni l’attenzione si è rivolta alla ricerca di valide e sicure alternative in grado di ridurre significativamente le perdite produttive e al contempo l’impatto della difesa chimica e dei residui.
In tale contesto, nel 2021 è nata una collaborazione (attualmente in corso) tra il Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia e O.P. C.OR.MA. di S. Giovanni del Dosso (MN). Obiettivo della collaborazione è lo sviluppo di una strategia di difesa basata sull’impiego integrato di trattamenti chimici e biologici.
I risultati delle prime prove sperimentali sono stati oggetto della seguente pubblicazione:
Giordano Luana, Reggiani Giorgio, Morselli Pier Paolo, Cavagna Beniamino (2022) Maculatura del pero, ottimizzare l’impiego di Trichoderma spp. Informatore Agrario 22/2022: 54-57.
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